E ridevano tutti: della borsa spelacchiata, delle ballerine consumate—l’avevano scambiata per la signora delle pulizie. Sessanta secondi dopo, però, la porta della sala del consiglio si aprì e fu proprio lei a entrare, cartella sotto braccio e sguardo fermo, mentre le risate si spegnevano una a una.
Nel ventre del grattacielo più influente della città, nella hall lucida della sede centrale di uno dei colossi del Paese, ribolliva la consueta frenesia rituale. Il mattino pareva azionare un interruttore invisibile: i primi raggi filtravano dalle vetrate a tutt’altezza e rimettevano in moto l’onda di ambizioni, trattative e vanità. Il marmo lucente non rifletteva … Read more