La trattavano come una semplice cameriera… poi un tatuaggio svelò l’impensabile: era la moglie scomparsa di un miliardario.
Mi chiamo Brooklyn. O almeno… è il nome che mi porto addosso da tre anni, come un cappotto preso in prestito. Da allora vivo facendo la cameriera negli attici dove l’aria profuma di soldi e di silenzi: passo lo straccio dopo gente che guadagna in ventiquattr’ore più di quanto io riesca a mettere insieme in … Read more