Mishka, un ragazzo di dodici anni, era molto sveglio. Viveva con sua madre Tamara, che lo cresceva da sola in condizioni modeste. Nonostante le difficoltà, Mishka non chiedeva mai di più. Sua madre gli dava tutto ciò che poteva, soprattutto affetto e calore, ma quel legame si era indebolito negli ultimi anni: Tamara, un tempo dolce e premurosa, era caduta nell’alcol, una dipendenza da cui non riusciva più a uscire.
Da giovane, Tamara amava la letteratura e lavorava in biblioteca. Aveva sempre gli occhi pieni di speranza e un sorriso capace di scaldare il cuore. Amava suo figlio, gli raccontava favole e preparava dolci. Ma la solitudine, una storia d’amore finita male e un carattere fragile la portarono lentamente alla rovina.
Quando la biblioteca chiuse, iniziò a lavorare in un bar, ma l’ambiente e le persone che frequentava peggiorarono la situazione. Dopo tradimenti e delusioni, si rifugiò nell’alcol, perdendo il contatto con la realtà. I suoi occhi persero la luce, il viso si segnò e i capelli divennero bianchi. Sempre più spesso trascurava Mishka, dedicandosi agli amici bevitori.
Nonostante tutto, Mishka rimaneva un ragazzo allegro e gentile, con i suoi capelli castano chiaro e gli occhi azzurri come la madre. Amava la scuola, soprattutto le lezioni di disegno, dove poteva esprimere emozioni e sogni. Era coraggioso e pronto ad aiutare chiunque ne avesse bisogno. Gli insegnanti conoscevano la sua situazione e spesso gli concedevano comprensione. Spesso arrivava a scuola senza compiti, perché le notti erano passate ad assistere sua madre o a gestire le tensioni in casa.
Mishka aveva imparato a essere indipendente presto: cucinava, puliva, e faceva del suo meglio per andare avanti. Ma il suo più grande desiderio era vedere sua madre tornare quella di un tempo: una donna amorevole, piena di vita. Sognava una famiglia unita, piena di affetto.
Un giorno, tornando a casa sotto la neve, Mishka trovò una bambina piccola, Lusia, smarrita e sola sul marciapiede ghiacciato. Indossava vestiti di buona qualità ma era visibilmente spaventata e infreddolita. Mishka la aiutò a rialzarsi e le offrì una brioche calda che aveva appena comprato. Lusia raccontò di essere scappata dalla cattiva matrigna e di non sapere dove fosse.
Mentre cercavano di capire cosa fare, una donna elegante arrivò con un’auto costosa. Lusia si irrigidì per la paura, sapendo che sarebbe stata rimproverata. La donna, severa e impaziente, rimproverò Lusia e si rivolse a Mishka con freddezza, ma alla fine ringraziò il ragazzo per aver aiutato la bambina.
Mishka rimase solo a guardare l’auto allontanarsi, con il cuore pesante ma orgoglioso di aver fatto la cosa giusta. Tornò a casa consapevole che, nonostante le difficoltà, la gentilezza può fare la differenza.
Se vuoi, posso anche creare un riassunto più breve o una versione adatta a un pubblico giovane o formale. Fammi sapere!