Partenza in salita
La mia storia con Josh è cominciata con un macigno: sua madre, Samantha. Stavamo insieme da cinque anni e, in tutto quel tempo, lei non mi ha mai davvero guardata. Non venivo da una famiglia benestante né da ambienti “giusti”, e il suo sogno era vedere il figlio sposato con qualcuno “all’altezza”. Prima erano frecciatine: dimenticava il mio compleanno, mi lasciava fuori dalle cene di famiglia, faceva finta di non vedermi. Quando però Josh ha deciso di chiedermi di sposarlo, Samantha ha tolto i guanti.
La telefonata d’emergenza (finta)
La sera della proposta era tutto perfetto. Candeline, musica bassa, lui nervoso e dolcissimo. A un tratto squilla il suo telefono.
— «Josh, sono la mamma. Devi venire subito, ti prego! Sto male…»
Lui sbianca. Poi vibra un messaggio: è sua sorella, Megan.
«Non farti fregare: è sul divano con il gelato, sta guardando la TV.»
Josh resta. Finisce la cena, si inginocchia, e io dico sì. È stata una serata splendida, nonostante il tentativo di rovinarla.
La guerra prima delle nozze
Nei mesi seguenti Samantha ha reso ogni dettaglio un campo minato.
— «Josh, sicuro che sia lei? Potresti aspirare a molto di meglio…»
— «La amo. Punto,» rispondeva lui, senza vacillare.
Alla mia bridal shower si è superata: ha alzato la voce davanti a tutte.
— «Sei una cacciatrice di dote!»
Sarah, la mia migliore amica e damigella d’onore, l’ha accompagnata alla porta: «È meglio che vada, Samantha.»
Credevo avesse toccato il fondo. Mi sbagliavo.
Il colpo basso all’altare
Durante la cerimonia, mentre ci scambiavamo le promesse, si alza.
— «Ho un regalo per la sposa!»
Un secondo dopo, la vernice rossa cade sul mio abito. Muto il respiro in gola, gli invitati sussultano.
— «Sei impazzita, mamma?!» urla Josh.
Lei viene fatta uscire, la cerimonia prosegue. Io stringo i denti: non le regalerò anche questo.
Quella notte, nella suite, Josh non si dà pace.
— «Non doveva andare così. Mi dispiace.»
— «Non è colpa tua,» gli dico. «È lei che ha scelto di ferire.»
Il contraccolpo del karma
Qualche settimana dopo, il famoso gala di beneficenza nel suo giardino. Centro tavola impeccabili, luci perfette… e all’alba, un camion di letame scaricato “per errore” sul prato. L’odore rende l’aria irrespirabile: gli ospiti arrivano e scappano.
— «Ma che cos’è questa puzza?»
— «Samantha, che è successo?»
Serata rovinata, più una multa per smaltimento improprio. Il suo “fiore all’occhiello” appassisce in un colpo.
Il simbolo in rosso
Noi intanto partiamo in luna di miele. Al rientro, sul portone del garage compare un murale: un abito da sposa rosso fiamma.
Samantha sbotta: — «Che significa quella… cosa?»
Josh sorride: — «Che non ci spezzi più nessuno.»
Io aggiungo: — «Un promemoria: dalle macchie si riparte.»
Mettere i paletti
Decidiamo che è il momento di parlare chiaro. Chiamiamo tutti: Megan, Sarah, i parenti più vicini. E Samantha.
— «Mamma, basta,» dice Josh. «Ci hai feriti. Se continui, sarai tu a tirarti fuori dalla nostra vita.»
— «Mi hai trattata come un’estranea dal primo giorno,» dico calma. «Qui si riparte solo con rispetto.»
Samantha abbassa lo sguardo. Le tremano le mani.
— «Non volevo fare del male. Volevo proteggere Josh.»
— «La mia felicità è lei,» replica lui. «Accettalo, oppure fermati qui.»
Lei scoppia a piangere. Promette di cambiare.
Dopo la tempesta
Da allora, piccoli passi. Non è diventata un’eroina, ma si è scusata e si è offerta di contribuire a sostituire l’abito. A volte inciampa, spesso trattiene la lingua. Per noi è abbastanza: non perfezione, ma impegno.
Morale
Non dichiarare guerra se non sei pronta alle conseguenze. E ricorda: il karma fa il suo corso… ma ammetto che, certe volte, una lieve spintarella lo aiuta a trovare la strada giusta.